Dal 23 novembre al 23 febbraio, le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento propongono una precisa monografica su “Fausto Pirandello. Il tempo della guerra (1939 – 1945)“. La mostra, curata da Fabrizio D’Amico e Paola Bonani, è promossa dalle Fabbriche Chiaramontane e realizzata con il contributo dell’ AFP – Associazioneo Fausto Pirandello.
A documentare per la prima volta in modo puntuale, uno degli snodi personali e artistici, oggettivamente tra i più rilevanti dell’artista, saranno una sessantina di opere.
Una trentina di dipinti provenienti da istituzioni e musei pubblici e da gelose collezioni private, in particolare romane e siciliane e altrettante opere su carta (sanguigne, pastelli, acquarelli) per lo più inedite, provenienti dalla collezione degli eredi di Antonio Pirandello.
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Osvaldo Baldacci
Fausto Pirandello in mostra a San Paolo del Brasile.
Tre quadri spiccano tra le opere che sono esposte al MACUSP, ( il Museo d’Arte Contemporanea dell’Università di San Paolo): Il massacro del 1941, I girasoli e Ritratto di bambino, entrambi del 1946.
La mostra, che durerà almeno fino a fine anno, espone la -Collezione di Arte Italiana di metà Novecento- , raccolta dal conte Francisco MATARAZZO , personaggio di spicco della imprenditoria italo-brasiliana. Nella collezione, non poteva certo mancare la presenza di un maestro come Fausto PIRANDELLO. Lo Storico dell’arte francese, Neville ROWLEY, ha visitato questa -Mostra di Arte Italiana- in Brasile e l’ha recensita.
ALLEGATO:
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Flavia Matitti.
La rassegna Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre, curata da Fernando Mazzocca e allestita a Forlì nei Musei San Domenico (fino al 16 giugno 2013; catalogo Silvana) rievoca la cultura figurativa e il clima politico e sociale del Ventennio fascista attraverso le arti, la moda, il cinema e la pubblicità. In mostra sono presenti due dipinti di Fausto Pirandello conservati in collezione privata.
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Fabrizio d’Amico.
“La Repubblica”, 31 gennaio 2013, pp. 47-49.
Non era impresa facile per la mostra ordinata quest’anno, a cura di Fernando Mazzocca, ai Musei San Domenico di Forlì (che segue la grande antologica di Adolfo Wildt dell’anno scorso, qui stesso promossa sempre dal Comune e dalla locale Fondazione Cassa dei Risparmi) dare un’immagine a “Novecento. Arte e vita in Italia fra le due guerre” che fosse memore delle grandi esposizioni sul medesimo tema che negli ultimi decenni l’hanno preceduta (e ricordiamo soltanto, fra le maggiori, “Realismo magico” alla Galleria dello Scudo di Verona, “L’idea del classico”. 1916-1932” del Pac di Milano, e “Il Novecento milanese.
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